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La dose ottima di una cura essenzialmente individuale. Antonio D’Ormea e i postumi dell’encefalite letargica all’Ospedale psichiatrico di Siena, di Maria Luisa Valacchi

The optimal dose of essentially individual care. Antonio D’Ormea and the aftermath of encephalitis lethargica at Siena psychiatric hospital, by Maria Luisa Valacchi


Dagli anni ʾ20 in poi, la gestione di molti pazienti post-encefalitici sopravvissuti alla fase acuta dell’encefalite letargica veniva spesso affidata agli ospedali psichiatrici a causa dei sintomi psichici lasciati dalla malattia originaria. Antonio D’Ormea, direttore dell’Ospedale psichiatrico di Siena dal 1909 al 1952, cercò di curarli o almeno di stabilizzarli con trattamenti esclusivamente sintomatici, come avveniva in strutture o centri di cura simili, e li fotografava per documentare il progresso o il fallimento di questi stessi trattamenti.
Una ricerca svolta sulle cartelle cliniche dell’archivio storico dell’Ospedale psichiatrico di Siena rivela i metodi di trattamento che furono tentati, inclusa la famosa cura bulgara, un rimedio “sostanzialmente individuale” come lo definì lo stesso D’Ormea.

From the 1920s onwards, the management of many post-encephalitic patients who survived the acute phase of encephalitis lethargica was often entrusted to psychiatric hospitals because of the psychic symptoms left by the original illness. Antonio D’Ormea, director of the psychiatric hospital of Siena from 1909 to 1952, tried to cure or at least stabilise them with exclusively symptomatic treatments, as was the case in similar facilities or treatment centres, and photographed them to document the progress or failures of these treatments.
From the historical archives of the Siena psychiatric hospital, a research through the medical records reveals the treatment methods that were tried there, including the most famous bulgarian cure, an “essentially individual” remedy as D’Ormea himself defined it.



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