Il vasto programma autarchico varato nella primavera del 1936 dal governo italiano nel tentativo di liberare l’economia italiana dalle dipendenze straniere e dalle sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni coinvolse anche il sistema di produzione dei farmaci. L’industria chimico-farmaceutica italiana subì pressioni per studiare e produrre una gamma di farmaci fino a quel momento importati, compresi quelli di origine naturale, favorendo anche un certo sviluppo nel campo delle piante medicinali. Lo studio recupera il percorso che, attraverso l’analisi dei risultati degli studi che furono affidati nel 1936 al botanico senese Arturo Nannizzi, volle ratificare e confermare l’utilizzo della Belladonna italiana interrompendo definitivamente la “scomoda servitù” con la Bulgaria che fornì all’Italia la cosiddetta cura del parkinsonismo postencefalitico.
The vast autarkic program launched in the spring of 1936 by the Italian government in an attempt to free the Italian economy from foreign dependencies and from the sanctions imposed by the League of Nations also involved the system of drug production. The Italian chemical-pharmaceutical industry was encouraged to study and produce a range of drugs that until then had come from abroad, including those of natural origin, also encouraging a certain development in the field of medicinal plants. The study recovers the path that, through an analysis of the results of the studies that were entrusted in 1936 to the Sienese botanist Arturo Nannizzi, wanted to ratify and confirm the use of the Italian Belladonna and definitively interrupt the “inconvenient servitude” with Bulgaria that supplied Italy for the so-called cure of postencephalitic parkinsonism.